blog_rapporto_avvocatoAndare dall’avvocato è cosa buona e giusta; e, in certi casi, anche fonte di salvezza.

Ma: “da chi vado?”  La mia risposta preferita a questa domanda è, ovviamente,  “vieni da me!”   Ma non è questo lo scopo del post, che vorrebbe aiutarti a scegliere il legale a cui affidarti. E allora, ecco qualche consiglio in ordine sparso.

Anzitutto: non fidarti dei supermegastudi con un elenco di avvocati che riempie un’intera pagina di carta da lettere. I grandi studi, normalmente, hanno grandi clienti. Se non fai parte di questa categoria, la tua pratica finirà inevitabilmente in mano a qualche collega abbastanza in basso nel lungo elenco che hai davanti. In questo, non ci sarebbe  proprio niente di male: si tratta sicuramente di un ottimo professionista. Il problema, però, è che tu comunque pagherai come se la tua pratica fosse trattata direttamente dal nome che sta in cima alla lista. Insomma, se non sei la FIAT o le FERRROVIE DELLO STATO, meglio rivolgersi a uno studio di dimensioni medio-piccole. Per uno studio “a misura d’uomo” anche la tua multa o la tua causa condominiale è una pratica importante.

Il secondo suggerimento: cerca di capire se a chi ti sta davanti interessa il tuo problema o il tuo portafogli. Diffida di quelli che spingono come dei matti per farti fare cause, causine e causette quando non ce ne sarebbe davvero bisogno. Le cause durano un mucchio di tempo, di solito  quanto basta per pentirsi di averle iniziate. E’ quasi sempre  meglio rinunciare a qualcosa per mettersi d’accordo col “nemico” piuttosto che aspettare per dieci anni che un giudice ti dia ragione.

Terzo consiglio: non farti  intortare da quelli che passano metà del tempo a dirti quanto sono bravi, magari spiattellandoti anche la storia di altre pratiche di cui si sono occupati con risultati miracolosi. Chi è bravo sul serio non ha bisogno di vantarsi. Aspetta che siano gli altri a scoprirlo. Se, poi, un avvocato ti dice che ha elaborato una rivoluzionaria e brillante teoria che ti farà vincere la causa, scappa  di corsa. Vai da chi ti propone non colpi di genio, ma impegno, solidità e umiltà. E, magari, anche qualche sentenza della Cassazione che ti dia ragione. Oltre che dei fanfaroni, diffida anche dei maleducati e di quelli che dimostrano poco rispetto per te. Un avvocato che sistematicamente si fa aspettare agli appuntamenti, che risponde alle telefonate invece che parlare con te, che non prepara per tempo le carte, che non ti tiene aggiornato…   è un avvocato a cui di te importa poco. E altrettanto vale per la tua pratica. Sappi, però che noi avvocati NON siamo tutti così. Se le cose vanno a questo modo, cambia legale. Non è impossibile trovarne uno che sia davvero interessato a lavorare per te.

Ultimo ma non meno importante. Pattuisci SEMPRE per iscritto quanto pagherai, e quando. Senza questo accordo, dovrai pagare al tuo avvocato i compensi previsti dalle tabelle ministeriali, che potrebbero anche  riservarti delle brutte sorprese. Un avvocato serio, se la questione va al di là di un consiglio o di una lettera, dovrebbe proporti di firmare un contratto di incarico professionale, che tutelerà lui e te.

Dopodiché, scelto il tuo avvocato, devi fidarti di lui. Per la tua causa condominiale, non chiedere anche l’opinione di quel tuo cugino che lavora all’ufficio  sinistri delle Generali, e nemmeno quella della portinaia o del commercialista.  Soprattutto, non fare  MAI l’errore di chiedere ad un secondo avvocato l’opinione sul lavoro del primo.  Un avvocato NON PUO’ esprimere opinioni o giudizi su una pratica gestita da un collega. Se lo fa, è scorretto. Prima o poi lo sarà anche con te. Ma il vero problema è un altro. Se ti dirà “qualcosa di diverso” (in fondo è per questo che sei andato da lui, no?) ti toccherà decidere se ha ragione il primo avvocato o il secondo. E allora, tanto valeva risparmiare i soldi.

Ah! Ricordati di PAGARE il tuo avvocato. E’ brutto dirlo, ma anche noi dobbiamo portare la a casa la pagnotta. Se un cliente non paga, siamo costretti a dare la priorità ad altro. Non pagare è il miglior modo per essere seguiti male.

A questo punto… buona fortuna!